La conoscenza attuale riguardante Basidiomycota ‘decompositore’ negli ecosistemi artici e antartici si basa su due fonti: (a) raccolte e indagini di basidiomi, che hanno portato a cataloghi di alta qualità delle specie, anche se gran parte della distribuzione delle specie e l’ecologia sono provvisori e (b) isolamenti da suoli e lettiere vegetali che in genere risultano in una “bassa incidenza di basidiomiceti”, probabilmente a causa della selettività nei metodi di isolamento. Nei pochi studi molecolari effettuati nei suoli artici e antartici fino ad oggi, sono stati trovati basidiomiceti, in particolare lieviti. Queste tecniche dovrebbero fornire migliori stime dell’ordine di grandezza della ricchezza di specie fungine nei suoli artici e antartici, anche se si dovrebbe usare cautela nella scelta dei primer e nelle condizioni di amplificazione. Dalle collezioni nelle regioni artiche, le specie di basidiomiceti sembrano essere di distribuzione circumpolare con un endemismo limitato. Utilizzando metodi indipendenti dalla coltura, dovrebbe essere possibile verificare se le specie artiche o antartiche selezionate sono veramente cosmopolite, circumpolari, endemiche o sono specie filogenetiche criptiche.
In particolare negli ecosistemi artici, i potenziali funghi “decompositori” nei suoli e nelle radici possono provenire da taxa filogeneticamente diversi, e attualmente non è chiaro se i basidiomiceti “decompositori” siano i funghi che intraprendono la maggior parte della decomposizione della materia organica negli ecosistemi artici e antartici. Per esempio, in alcuni studi recenti, la decomposizione del legno nei siti freddi dell’Artico e dell’Antartico sembra procedere attraverso la “putrefazione morbida” da parte di ascomiceti anamorfici (per esempio le specie Cadophora), piuttosto che da specie di basidiomiceti “white rot” o “brown rot”. Inoltre, sembra che basidiomiceti e ascomiceti come funghi ericoidi ed ectomicorrizici abbiano il potenziale per essere coinvolti direttamente nella decomposizione.
Dato che è probabile che entro la fine di questo secolo si verifichino profondi cambiamenti nei modelli di vegetazione (artico e antartico) e nelle dimensioni dei pool di carbonio (C) del suolo (in particolare nell’Artico), è necessario sapere di più su quali specie di basidiomiceti “decompositori” sono presenti e cercare di definire i loro ruoli potenzialmente cruciali nel ciclo del C (e N) dell’ecosistema. Una soluzione per caratterizzare ulteriormente l’identità e i ruoli di questi funghi in modo logico, è quella di standardizzare i metodi di rilevamento e di ‘funzione’ in reti di siti, anche lungo gradienti latitudinali. I risultati dei test funzionali dovrebbero essere correlati alla struttura della comunità, almeno per le specie ‘chiave’.