Il libro Alcoholics Anonymous Comes of Age (AACA), scritto da Bill W., fornisce alcune risposte alle pagine 159-162.

All’inizio del 1938 alcuni membri della comunità sentirono il bisogno di un libro e fu presa la decisione di produrre un libro. Bill doveva essere l’autore del libro e nell’autunno del 1938 Bill aveva completato la stesura di quattro capitoli con i titoli “La storia di Bill” “C’è una soluzione” “Altro sull’alcolismo” e “Noi agnostici”. In Alcoholics Anonymous Comes of Age, a pagina 159, Bill dice:

“A questo punto ci si rese conto che avevamo abbastanza materiale di fondo e di facciata e che a questo punto avremmo dovuto raccontare come il nostro programma di recupero dall’alcolismo funzionava veramente. La spina dorsale del libro avrebbe dovuto essere inserita proprio qui”.

Alle pagine 160-161 di AACA, Bill descrive come ha scritto i 12 Passi. Bill dice che in un pomeriggio dell’autunno 1938:

“Ero sdraiato a letto al 182 di Clinton Street con la matita in mano e con una tavoletta di carta da disegno sul ginocchio. Non riuscivo a concentrarmi sul lavoro, tanto meno a metterci il cuore. Ma questa era una di quelle cose che dovevano essere fatte. Lentamente la mia mente si concentrò in qualche modo. Dalla visita di Ebby a me nell’autunno del 1934 avevamo gradualmente evoluto quello che chiamavamo “il programma del passaparola”. La maggior parte delle idee di base erano venute dai gruppi di Oxford, da Williams James e dal dottor Silkworth. Sebbene soggetto a considerevoli variazioni, tutto si riduceva ad una procedura abbastanza coerente che comprendeva sei passi”. (vedi sotto per i sei passi)

Bill dice che dopo aver riflettuto su questi sviluppi tra l’autunno del 1934 e l’autunno del 1938, decise che voleva scrivere più di 6 Passi, e non voleva realmente documentare il programma in 6 passi che la fellowship stava effettivamente usando a quel tempo. In AACA Bill dice:


“Finalmente iniziai a scrivere. Mi proposi di redigere più di sei passi; quanti fossero non lo sapevo. Mi rilassai e chiesi una guida. Con una velocità che era sorprendente, considerando le mie emozioni traballanti, ho completato la prima bozza. Ci volle forse mezz’ora”.

Bill sembra sostenere che fu l’ispirazione divina (cioè la “guida” nelle pratiche dei gruppi di Oxford dell’epoca era l’ascolto della voce di Dio) a condurlo a scrivere il programma dei 12 passi. Bill dice:

“Quando ho raggiunto un punto di arresto, ho numerato i nuovi passi. Arrivarono a dodici. In qualche modo questo numero sembrava significativo. Senza alcun motivo particolare, li collegai ai dodici apostoli”.
Sorpresa, sorpresa. 12 passi, 12 apostoli. Penso che si possa affermare che Bill stava intenzionalmente cercando il simbolismo religioso del numero 12 quando decise di scrivere un nuovo programma di 12 passi, invece di documentare il programma originale di 6 passi che i due gruppi della fellowship di New York e Akron stavano effettivamente usando tra il 1934 e il 1939.
Bill coltivò e promosse intenzionalmente l’idea che i 12 Passi fossero divinamente ispirati dalla “guida” di Dio a Bill in quel giorno d’autunno del 1938.
Un altro fattore in gioco nel periodo del 1938 e 1939 è che i primi membri non capivano l’alcolismo (la dipendenza dall’alcol) e ciò che li teneva veramente sobri. Jim Burwell dice:
“Vedete, la vera idea era che tutto ciò che dovevate avere era un’esperienza spirituale. Mettersi in ginocchio, capire il proprio problema, e niente più alcol. Non avevamo più idea al mondo, vi do la mia parola su questo, nel ’38, che la ragione per cui restavamo sobri era che ci tenevamo stretti gli uni agli altri… Abbiamo cominciato a vedere che solo chi andava alle riunioni rimaneva sobrio”.
-James Burwell, pioniere degli AA, autore di “The Vicious Cycle” Alcoholics Anonymous — Seconda Edizione

Nota: Ebby era lo sponsor di Bill W. Ebby sviluppò il programma dei sei passi e lo trasmise a Bill W. nel 1934. Nell’opuscolo Three Talks to Medical Societies Bill descrive il programma dei 6 passi che Ebby Thatcher sviluppò nel 1934:

1. Ebby ammise di essere impotente nel gestire la propria vita.
2. Divenne onesto con se stesso come mai prima; fece un “esame di coscienza”
3. Fece una rigorosa confessione dei suoi difetti personali e così smise di vivere solo con i suoi problemi.

4. Esaminò le sue relazioni distorte con altre persone, visitandole per fare quello che poteva.

5. Decise di dedicarsi ad aiutare gli altri nel bisogno, senza le solite richieste di prestigio personale o di guadagno materiale.

6. Con la meditazione, cercò la direzione di Dio per la sua vita e l’aiuto per praticare questi principi di condotta in ogni momento.”

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