I dottori Swinkin e Bui hanno presentato un paziente con ptosi bilaterale, dissociazione luce-vista, alterazione dei movimenti oculari verticali, paresi del retto superiore maggiore di quello inferiore e nistagmo di convergenza in upgaze da infarto dei nuclei oculomotori bilaterali e del talamo mesiale. Hanno concluso che questi risultati erano coerenti con la sindrome di Parinaud.

La convenzione neuroftalmica considera la sindrome di Parinaud corrispondente alla sindrome del mesencefalo dorsale. La retrazione palpebrale, piuttosto che la ptosi, è tipica delle lesioni del mesencefalo dorsale, come evidenziato dalla revisione del Dr. Keane di 206 pazienti con sindrome di Parinaud, nessuno dei quali aveva ptosi.

Siamo d’accordo che il paziente ha subito una lesione dei nuclei oculomotori, in particolare il nucleo centrale caudale, che, quando è ferito isolatamente, produce una ptosi bilaterale completa. Le lesioni in quest’area possono coinvolgere anche altri subnuclei del complesso nucleare oculomotore o le loro fibre nervose emergenti, producendo oftalmoplegia. Siamo d’accordo con i dottori Swinkin e Bui che il loro paziente ha sperimentato questo tipo di lesione, ma questo non equivale alla sindrome di Parinaud classicamente riconosciuta.

L’infarto nella distribuzione dell’arteria di Percheron può coinvolgere il pretetto. Infatti, questo caso ha dimostrato la dissociazione luce-vicino e il nistagmo di convergenza-retrazione, implicando il pretectum. Collettivamente, questi risultati indicano che la lesione era più estesa di quello che è tipico nella sindrome di Parinaud, coinvolgendo subnuclei oculomotori e pretectum.

1. Swinkin E, Bui E. Teaching NeuroImages: Sindrome di Parinaud acuta. Neurology 2017;88:e164-e165.

2. Parinaud H. Paralysie des mouvements associes des yeux. Arch Neurologie 1883;5:145-172.

3. Keane JR. La sindrome pretectal: 206 pazienti. Neurology 1990;40:684-690.

4. Martin TJ, Corbett JJ, Babikian PV, Crawford SC, Currier RD. Ptosi bilaterale dovuta a lesioni mesencefaliche con relativa conservazione della motilità oculare. J Neuroophthalmol 1996;16:258-263.

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