Questa festa ricorda la visita di Maria alla cugina Elisabetta, narrata dall’evangelista Luca (1, 39-56). Di origine francescana, fu istituita durante il Capitolo Generale dell’Ordine nel 1263 su richiesta di San Bonaventura.

“Maria si mise in cammino in quel tempo e andò più in fretta che poté nella regione delle colline, in una città di Giuda. Entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo. Ella emise un forte grido e disse: “Fra tutte le donne tu sei la più benedetta e benedetto è il frutto del tuo seno. Perché dovrei essere onorata della visita della madre del mio Signore? Guarda, nel momento in cui il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il bambino nel mio grembo ha saltato di gioia. Sì, beata colei che ha creduto che la promessa fatta a lei dal Signore si sarebbe adempiuta””. dal vangelo secondo San Luca (1,39 ss)

Ain Karem – una montagna dove si trova la casa di S. Elizabeth

Nel periodo del Grande Scisma, Urbano VI e Bonifacio IX la introdussero (1389) nel Calendario Romano, con la speranza che questo atto di affidamento a Maria mettesse fine alla divisione. Il Concilio di Basilea ne ordinò la celebrazione, ma solo con San Pio V raggiunse il grado di celebrazione universale, il 2 luglio. Nel 1969 la festa fu anticipata al 31 maggio per evidenziare la divisione temporale biblica tra la festa dell’Annunciazione (25 marzo) e la nascita di San Giovanni Battista (24 giugno).

Considerando l’evento storico della visita di Maria alla cugina Elisabetta, è necessario ricordare l’Annunciazione, da cui tutto ebbe origine. Fu rivelato a Maria che sarebbe stata la madre del Salvatore e lei andò immediatamente a condividere la buona notizia con sua cugina Elisabetta, che aveva concepito un figlio sei mesi prima nonostante la sua vecchiaia.

Chiesa della Visitazione a Ain Karem, Palestina (Terra Santa)

Si trattò di una visita di beneficenza, fatta a costo di un lungo viaggio da Nazareth alla Giudea. Appena Elisabetta sentì la voce di Maria, il bambino “saltò nel suo grembo”. Chiamò Maria “benedetta fra tutte le donne” e benedetta per aver creduto all’annuncio dell’angelo. Maria rispose con il Magnificat, il perfetto canto di lode e ringraziamento per il mistero dell’Incarnazione – un insieme di citazioni bibliche, ispirate soprattutto ai salmi, una preghiera personalissima ma allo stesso tempo adatta a tutti e perciò recitata durante i vespri ogni giorno; si può dire che ogni giorno dell’anno (e non solo il 31 maggio) la Chiesa fa memoria della Visitazione.

La Santa Madre di Dio canta il Magnificat

La lettura riportata nel Breviario per questa festa è tratta da un’omelia di San Beda:

“Non solo benedetta tra le donne, ma ancor più benedetta tra tutte le donne benedette. Né il frutto del suo grembo è benedetto alla maniera dei santi, ma come dice l’Apostolo, da cui è Cristo secondo la carne, che è sopra ogni cosa, Dio benedetto per sempre”. Inoltre, “la nostra terra ha dato il suo frutto quando la stessa vergine, il cui corpo era della nostra terra, ha dato alla luce il Figlio co-eguale al Padre nella sua divinità, ma anche consustanziale a sua madre nella verità della sua umanità”.

Molto prima che questa festa fosse formalmente istituita (XIII secolo), numerosi artisti avevano rappresentato la Visitazione attraverso le arti figurative; queste immagini sono particolarmente frequenti in preziosi Salteri e in altri libri liturgici del XII secolo.

VIDEO PILGRIMAGE: AIN-KAREM – Chiesa della Visitazione, Palestina (Terra Santa)

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