La prima volta che ho rubato, l’ho quasi fatta franca. Ho tentato di mettermi in tasca una tazza di burro d’arachidi Reese’s.

A mia insaputa c’era un commesso che mi stava guardando con la telecamera per tutto il tempo. Il che è stato piuttosto razzista. Quel giorno mi è capitato di rubare. E’ stato del tutto casuale. Prima che potessi uscire dal negozio, la commessa si è tolta il cappuccio del klan e mi ha fatto rimettere a posto le Reese’s.

Aveva croci infuocate al posto degli occhi. Anche se ero terrorizzato, c’era una morbida vibrazione che attraversava il mio corpo. Il sangue mi scorreva nelle vene come una corrente di rabbia. Il mio cuore pompava dopamina. Le mie pupille erano dilatate. Mi sentivo vivo.

Ma indipendentemente dalla sua posizione sulla superiorità razziale, mi sbagliavo.

Mi feci una promessa quel giorno: Non avrei mai più rubato.
Ho mantenuto quella promessa fino a qualche anno fa, quando ho scoperto la vendita infinita alla linea di self-check-out. Mentre portavo la spesa alla macchina, ho notato che c’era una confezione di acqua in bottiglia che avevo erroneamente dimenticato di scansionare. “Un errore onesto. Corro a scannerizzare l’acqua”, ho pensato tra me e me.

Sono arrivato circa a metà strada prima di sentire quella morbida vibrazione che si impossessa di me.

Allora, una vocina nella mia testa che assomigliava molto a Don Cheadle mi ha detto,

“Cos’è una confezione di acqua per una società?”

Don aveva ragione. Guardai dalla mia sinistra alla mia destra. Non c’era nessuno che veniva a fermarmi perché nessuno sapeva. Quello che non sapevo era che quella era un’iniziazione ad una vita di piccoli ma necessari crimini.
Da allora ho rubato centinaia… no migliaia… no… milioni di dollari di merce dalla linea di self-checkout. Tu dillo, io l’ho rubato.

Mele croccanti biologiche?
Ci sono stato. Fatto. Ho preso una maglietta. 13, in realtà.

Articoli per la pulizia della casa?
Fottutamente giusto.

Pizze surgelate?
Un’anatra fa quack?

Test di gravidanza?
Beh, non ancora. Ma solo perché li tengono sotto chiave.
Non sono un mostro completo, ho un codice.
1. Non rubo mai alle piccole imprese.
2. E pago sempre alcuni dei miei oggetti.
A parte questo, non ho nessun dilemma morale quando si tratta di rubare alla cassa automatica. Sono un maledetto pirata. Non faccio nemmeno una smorfia quando la macchina dice “Rimuovere l’articolo non scansionato. L’aiuto sta arrivando.”

Qualche mese fa, il mio negozio preferito per rubare ha installato delle telecamere su ciascuna delle stazioni di self-checkout. Immagino che pensino che questo dissuaderà la gente dal rubare. Io no. Sono venuto per fare del crimine. E non c’è una cassiera in questa città che possa fermarmi. Questa non è una dichiarazione, è un invito.
Voglio dire, è possibile che la mia incapacità impulsiva di resistere all’impulso di rubare sia un caso non diagnosticato di cleptomania, ma probabilmente è solo una coincidenza.
Una volta un amico preoccupato mi ha chiesto se tutto questo furto ne valeva la pena. Mi sono fermato un minuto e ho pensato alle pratiche di sfruttamento della produzione alimentare di massa, al capitalismo, alla schiavitù, e a quelle 10 orribili stagioni di ‘Friends’
“Assolutamente!”, ho risposto

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