“Quando Todd Smith aveva 11 anni, suo nonno lo chiamò nella sua soffitta a St. Albans, nel Queens, per dargli un regalo che gli avrebbe cambiato la vita: due giradischi, due casse, un mixer e un microfono. Era il 1979: Smith – che più tardi si ribattezzò LL Cool J – era appassionato di The Sugarhill Gang, Afrika Bambaataa e Zulu Nation, i rudimenti dell’hip-hop. Tra i suoi nuovi strumenti e un’immaginazione irrequieta, ha scoperto il suo corso. “Sono in movimento. È il 1765 – nessuno sa che sono scappato dalla piantagione e ho costruito un’astronave e sono volato qui. Posso scriverlo. Sai cosa voglio dire?” ha ricordato nel suo libro di memorie del 1998, I Make My Own Rules. “Attraverso le parole, potevo andare ovunque pensassi di andare”.
Smith è diventato una figura pionieristica nell’hip-hop, uno dei primi artisti a reinquadrare le vampate di parole dei primi rap – dove le tracce potevano durare 10, 12, anche 15 minuti – come musica pop, guidando l’hip-hop verso il mainstream in un momento in cui era ancora considerato musica underground. Ma più che un MC, LL è stata la prima pop star del rap, conquistando la R&B (“I Need Love”, “Doin’ It”, “Around the Way Girl”), ospitando i Grammy, lavorando nel cinema e nella televisione, diventando il tipo di nome poliedrico che ha creato il precedente per artisti come Drake, Will Smith e Eminem.
Dopo aver spedito in giro il suo nastro demo nei primi anni ’80, Smith è approdato a una nuova etichetta allora gestita da un dormitorio della NYU, chiamata Def Jam, e ha pubblicato il suo primo singolo, “I Need a Beat”, quando aveva 16 anni. (Il beat era stato realizzato sulla drum machine del co-fondatore della Def Jam Rick Rubin da un altro rapper adolescente, Adam Horovitz, alias Ad-Rock dei Beastie Boys. Insieme a “It’s Yours” di T La Rock & Jazzy Jay, i debutti di LL e dei Beastie Boys furono le prime uscite della Def Jam).
La sua stella crebbe rapidamente: Il suo primo album, Radio del 1985, aiutò a cristallizzare il suono squadrato e minimalista del primo rap, vendendo più di mezzo milione di copie nei suoi primi sei mesi – una presenza che, insieme a King of Rock dei Run-DMC, spinse il rap nel mainstream. Nel 1987 fece di nuovo breccia con “I Need Love”, uno dei primi casi di impollinazione incrociata del rap con la vulnerabilità dell’R&B – una mossa che aiutò anche a cementarlo come il primo vero sex symbol dell’hip-hop.
Per Mama Said Knock You Out del 1990, era diventato un’icona pop-culturale; aveva 22 anni. La sua corsa continuò, producendo una serie di album – tra cui Mr. Smith del 1995, G.O.A.T. del 2000 e The DEFinition del 2004 – che tenevano il passo con i tempi stilistici continuando a sviluppare il suo personaggio: liscio, sicuro di sé, disinvolto ma mai senza un bordo spavaldo. Insieme ai colleghi pionieri dei Beasties, ha contribuito a dimostrare che i rapper non erano solo figure di uno zeitgeist culturale, ma artisti capaci di forgiare carriere a lungo termine. Nel 2017, è diventato il primo rapper della storia a ricevere i Kennedy Center Honors”.