Anche se le regole sembrano semplici, è difficile usare l’esametro classico in inglese, perché l’inglese è una lingua stress-timed che condensa vocali e consonanti tra le sillabe sottolineate, mentre l’esametro si basa sul tempo regolare dei suoni fonetici. Le lingue che hanno queste ultime proprietà (cioè le lingue che non sono stress-timed) includono il greco antico, il latino, il lituano e l’ungherese.
Mentre l’esametro classico di cui sopra non ha mai goduto di molta popolarità in inglese, dove il metro standard è il pentametro giambico, le poesie inglesi sono state spesso scritte in esametro giambico. Ci sono numerosi esempi del XVI secolo e alcuni del XVII; il più importante di questi è il Poly-Olbion di Michael Drayton (1612) in distici di esametro giambico. Un esempio da Drayton (segnando i piedi):
Né un | ny o | ther wold | come Cot | swold e | ver spedito, così ricco | e giusto | una vale | in per | accordare | per sposare.
Nel XVII secolo l’esametro giambico, chiamato anche alessandrino, fu usato come sostituzione nel distico eroico, e come uno dei tipi di versi ammessi nelle strofe liriche e nelle odi pindariche di Cowley e Dryden.
Diversi tentativi furono fatti nel XIX secolo per naturalizzare l’esametro dattilico in inglese, da Henry Wadsworth Longfellow, Arthur Hugh Clough e altri, nessuno dei quali ebbe particolare successo. Gerard Manley Hopkins scrisse molte delle sue poesie in sei piedi giambici e linee di ritmo sprint. Nel 20° secolo una linea di sei piedi tipo ballata sciolta con una forte pausa mediale fu usata da William Butler Yeats. La linea giambica a sei piedi è stata anche usata occasionalmente, e una linea accentuata a sei piedi è stata usata da traduttori dal latino e da molti poeti.
Nel tardo XVIII secolo l’esametro fu adattato alla lingua lituana da Kristijonas Donelaitis. Il suo poema “Metai” (Le stagioni) è considerato il testo di esametro più riuscito in lituano fino ad oggi.
L’ungherese è estremamente adatto all’esametro (e ad altre forme di poesia basate sul metro quantitativo). È stato applicato all’ungherese dal 1541, introdotto dal grammatico János Sylvester. Può verificarsi anche spontaneamente: Uno studente può districarsi dall’incapacità di ricordare una poesia dicendo “Sono bloccato qui, purtroppo il resto non mi viene in mente”, che è un esametro in ungherese:
Itt ela | kadtam, | sajnos | nem jut e | szembe a | többi.
Sándor Weöres inserì un testo ordinario di targhetta (“Gyula Tóth lattoniere e idraulico”) in una sua poesia (questa volta, un pentametro):
Tóth Gyula | bádogos | és || vízveze | ték-szere | lő.
Un’iscrizione su una tavoletta di cioccolato andava come segue (“cioccolato al latte con pezzi di albicocca e biscotto”), un altro esametro, notato dal poeta Dániel Varró:
tejcsoko | ládé | sárgaba | rack- és | kekszdara | bokkal.
Grazie a questa caratteristica, l’esametro è stato ampiamente utilizzato sia nella poesia tradotta (greca e romana) che in quella originale ungherese fino al XX secolo (per esempio da Miklós Radnóti).