Charles Townshend, (nato il 27 agosto 1725-morto il 4 settembre 1767, Londra, Inghilterra), cancelliere dello Scacchiere britannico le cui misure per la tassazione delle colonie britanniche americane intensificarono le ostilità che alla fine portarono alla rivoluzione americana.
Secondo figlio del terzo visconte Townshend, fu educato a Cambridge e Leyden. Nel 1747 fu eletto al Parlamento. Come membro del Board of Trade dal 1749 al 1754, mostrò interesse nell’aumentare i poteri britannici di tassazione e controllo sulle colonie. Nel 1754 e 1755 servì nel Board of Admiralty. Fu segretario di guerra nel 1761-62 e paymaster generale dal maggio 1765 al luglio 1766, quando divenne cancelliere dello Scacchiere nel ministero di William Pitt il Vecchio. Presto Pitt si ammalò gravemente e Townshend assunse il controllo effettivo dell’amministrazione.
Townshend si dimostrò finanziariamente brillante e determinato ma privo di un sano giudizio politico. Era rinomato come oratore, i cui discorsi alla Camera dei Comuni furono ricordati per la loro arguzia e temerarietà, in particolare il “Discorso dello Champagne” dell’8 maggio 1767. Nel suo ultimo atto ufficiale prima della sua morte, ottenne il passaggio (giugno-luglio 1767) delle quattro risoluzioni che divennero note come i Townshend Acts, che minacciavano le tradizioni coloniali americane di autogoverno e imponevano dazi su una serie di articoli necessari alle colonie. La disposizione che le entrate doganali sarebbero state utilizzate per pagare i funzionari causò preoccupazione tra i coloni perché riduceva la dipendenza di tali funzionari dalle assemblee coloniali. Townshend stimò che gli atti avrebbero prodotto l’insignificante somma di 40.000 sterline per il Tesoro britannico. Gli osservatori più accorti profetizzarono correttamente che avrebbero portato alla perdita delle colonie.