Marco Porcio Catone (95-46 a.C.) era un filosofo e politico stoico che si oppose alle azioni del generale romano Giulio Cesare che usava i suoi successi sul campo di battaglia per farsi dittatore di Roma. In questo passaggio “Marco” denuncia il futuro tiranno per aver cercato la grandezza politica attraverso il massacro e la rovina del suo paese:
Il tuo temperamento fermo, Porzio,
Può guardare la colpa, la ribellione, la frode e Cesare,
Nella calma luce della mite filosofia;
Sono torturato fino alla follia, quando penso
al fiero vincitore: ogni volta che viene nominato
Farsalia sale alla mia vista!-Vedo
Il tiranno insultante, saltellante sul campo
Stroppato dai cittadini di Roma, e inzuppato di strage,
Gli zoccoli del suo cavallo bagnati di sangue patrizio!
Oh, Porzio! non c’è forse qualche maledizione eletta,
Qualche tuono nascosto nei magazzini del cielo,
Rosso di un’ira non comune, per far esplodere l’uomo
che deve la sua grandezza alla rovina del suo paese?
L’opera Cato: A Tragedy (1710) di Joseph Addison è un’altra delle nostre serie che commemorano un anniversario significativo nel 2010. Sono 300 anni che l’opera è stata scritta e 297 anni che è stata rappresentata per la prima volta. L’opera divenne molto popolare nelle colonie americane negli anni precedenti la Rivoluzione a causa della sua forte posizione contro i tiranni come Giulio Cesare e la distruzione della Repubblica e il conseguente emergere dell’Impero (il parallelo con la Gran Bretagna era ovvio per i lettori americani del XVIII secolo). Dieci anni dopo che l’opera fu scritta John Trenchard e Thomas Gordon iniziarono a scrivere i loro articoli di giornale molto popolari e influenti sotto il nome di “Cato” in cui denunciavano la tirannia, l’impero, la corruzione e la distruzione della libertà in termini molto simili a quelli usati da Addison (Cato’s Letters, or Essays on Liberty, Civil and Religious, and Other Important Subjects (1720-1723)). Si potrebbe anche menzionare che Shakespeare usò l’assassinio di Cesare come base di una delle sue opere, e Voltaire ambientò la sua opera Brutus (finita nel 1730 ma che iniziò a scrivere mentre era in Inghilterra durante gli anni 1720) circa 500 anni prima in cui Bruto difende la libertà repubblicana contro la tirannia regale. L’opera di Voltaire fu molto popolare durante la Rivoluzione Francese fino a quando un altro generale di successo salì al potere e creò un altro impero.