Non lasciate che qualcuno vi dica che l’inizio del secolo è prudente. Nel novembre 1909, Nora Barnacle iniziò a scrivere lettere avanti e indietro con il suo compagno e futuro marito, il famoso scrittore irlandese James Joyce, mentre lui era a Dublino e lei stava crescendo i loro figli a Trieste. Anche se la sua parte di corrispondenza è andata perduta, le lettere che Joyce inviò furono pubblicate nel 1975 nel libro Selected Letters of James Joyce. Quel testo è andato fuori stampa, anche se le lettere sono state pubblicate online e conservate.

C’è una questione di decoro quando si esaminano i manufatti dei morti: Quali segreti o dettagli intimi della propria vita dovrebbero rimanere privati? Tuttavia, nel caso di una mente letteraria brillante come James Joyce, condividere le sue parole sembra un servizio pubblico, specialmente con San Valentino alle porte. Sentitevi liberi di usare uno qualsiasi degli estratti nel vostro biglietto da visita, sperando che al vostro partner significativo piaccia la poesia.

Come avvertimento: queste lettere sono sporche. Questi passaggi non sono per i deboli di cuore o per i minorenni. Non aspettatevi il sottile e opaco gioco di parole che Joyce ha usato nella sua opera più famosa, l’Ulisse. Nelle sue lettere a Nora, Joyce va dritto al punto, e quel punto è tabù, sesso intimo con una fissazione per certi fluidi corporei. Se temete di essere offesi da un tale linguaggio, questa è la vostra occasione per andare altrove.

1. “Il mio amore per te mi permette di pregare lo spirito di eterna bellezza e tenerezza che si specchia nei tuoi occhi o di buttarti sotto di me su quel tuo morbido ventre e fotterti da dietro, come un maiale che cavalca una scrofa, gloriandomi dell’aperta vergogna del tuo vestito rovesciato e delle tue bianche mutande da ragazza e della confusione delle tue guance arrossate e dei tuoi capelli aggrovigliati.”

-Dicembre 2, 1909

2. “L’AMORE DEI MIEI OCCHI PER I TUOI STRANI OCCHI ALLETTANTI…”

“L’ultima goccia di seme è stata appena schizzata nel tuo c*zzo prima che sia finita e il mio vero amore per te, l’amore dei miei versi, l’amore dei miei occhi per i tuoi strani occhi allettanti, viene a soffiare sulla mia anima come un vento di spezie.”

-Dicembre 2, 1909

3. “MIA PICCOLA FRIGGENTE MISTRESSA!”

“Nora, mio fedele tesoro, mia studentessa negra dagli occhi dolci, sii la mia puttana, la mia padrona, quanto vuoi (mia piccola fottuta padrona! mia piccola fottuta puttana!) tu sei sempre il mio bel fiore selvatico delle siepi, il mio fiore blu scuro bagnato di pioggia.”

-Dicembre 2, 1909

4. “FORSE IL CORNO CHE AVEVO NON ERA ABBASTANZA GRANDE…”

“Forse il corno che avevo non era abbastanza grande per te perché ricordo che ti sei chinato sul mio viso e hai mormorato teneramente ‘F*ck up, amore! f*ck up, amore!'”

-Dicembre 3, 1909

5. “COMPRA UN PRETOSO PAIO DI CASSETTI…”

“Ti mando una piccola banconota e spero che tu possa comprarti un bel paio di cassetti almeno per te e te ne manderò altri quando sarò pagato di nuovo.”

-6 dicembre 1909

6. “Un improvviso rumore immodesto fatto da te dietro”

“Le più piccole cose mi danno un grande cazzeggio: un movimento puttano della tua bocca, una piccola macchia marrone sul sedile dei tuoi cassetti bianchi, un’improvvisa parola sporca strombazzata dalle tue labbra bagnate, un improvviso rumore immodesto fatto da te dietro e poi un cattivo odore che sale lentamente dal tuo sedere”

-6 dicembre 1909

7. “In questi momenti mi sento pazzo a farlo in qualche modo sporco, a sentire le tue calde labbra libidinose che mi succhiano, a scopare tra le tue due tette rosee, a venire sul tuo viso e spruzzartelo sulle tue guance calde e sui tuoi occhi, a infilarlo tra le guance della tua groppa e incularti.”

-6 dicembre 1909

8. “Grasse scorregge sporche…”

“Ad ogni scopata che ti davo la tua lingua svergognata usciva dalle tue labbra e se ti davo una scopata più forte del solito venivano fuori dal tuo sedere grasse scorregge sporche.”

-8 dicembre 1909

9. “CULO PIENO DI PETO…”

“Avevi il culo pieno di peti quella notte, tesoro, e te li ho tirati fuori, grossi e grassi compagni, lunghi e ventosi, piccole e veloci crepe allegre e un sacco di piccole scoregge birichine che finivano in un lungo getto dal tuo buco.”

-8 dicembre 1909

10. “NON FINIRE LE SUE Scoregge IN FACCIA…”

“Spero che Nora mi faccia sentire tutte le sue scoregge in faccia così che io possa conoscere anche il loro odore.”

-8 dicembre 1909

11. “LICK LAZILY ROUND…”

“Un giorno anch’io ti sorprenderò addormentata, ti solleverò le gonne e aprirò dolcemente le tue calde mutande, poi mi sdraierò dolcemente accanto a te e comincerò a leccare pigramente intorno al tuo cespuglio. Tu comincerai ad agitarti in modo inquieto allora io leccherò le labbra della fica del mio tesoro. Tu comincerai a gemere e grugnire e sospirare e scoreggiare di lussuria nel tuo sonno. Allora leccherò sempre più velocemente come un cane famelico fino a quando la tua fica sarà una massa di bava e il tuo corpo si dimenerà selvaggiamente.”

-8 dicembre 1909

12. “GRANDE COSA GRASSA e SPORCA…”

“Scopami se puoi accovacciandoti nell’armadio, con i vestiti alzati, grugnendo come una giovane scrofa che fa il suo sterco, e una grande cosa grassa e sporca che esce lentamente dal tuo sedere.”

-Del 16 dicembre 1909

13. “Cara, non ti offendere per quello che ti ho scritto”

-Del 2 dicembre 1909

Per leggere le lettere per intero, visita arlindo-correia.com e adoxoblog.

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